Softbank acquista Supercell: il segreto dei F2P

Notizia degli ultimi giorni: la Softbank, azienda giapponese, ha acquistato un secondo pacchetto azionario aumentando del 22% il suo capitale investito nella Supercell, portando a 5,5 miliardi di dollari la valutazione del capitale societario.

Il mercato delle app free-to-play (o F2P che dir si voglia) ammonta oggi a circa 30 miliardi di dollari, ed è uno dei mercati in più forte espansione. La Supercell, con questa operazione, si è ora messa in cima alle migliori software house del mobile, superando in quote societarie la King (4,5 miliadi di dollari), sviluppatrice della serie Candy Crush, e la Zynga (2,7 miliardi di dollari), famosa per la app incentrate sul gioco d’azzardo virtuale.

Ma perchè una casa che vende giochi gratis per utenti ha una valutazione per così dire astronomica? Per dare un rapido esempio, ora la Supercell vale oltre 5 volte più del Milan. Qual è il loro segreto? La loro forza sta nel giocare con la pazienza del giocatore. In che modo? Regalandoti il gioco, ma rendendo il suo incedere lento e scandito da lunghe pause, prima di 15 minuti, poi di 30, fino ad arrivare a giorni, e talvolta settimane (ad esempio la Tesla occulta, per portarla dal livello 7 al livello 8, impiega ben 2 settimane) e l’impazienza sale, troppe ore, troppi giorni da aspettare, e lì c’è la tentazione. Si inizia con una manciata di gemme ma si sa, una tira l’altra, e arrivano vagonate di soldi per lo sviluppatore. Tanti, troppi soldi. Il fatturato della Supercell tra Clash of Clans, Boom Beach e Hay Day nel 2014 ammonta a oltre 500 milioni di dollari. Introiti che derivano ovviamente dalle risorse acquistate solo con soldi reali di tutti quei giocatori che vogliono darsi una “spintarella”.

E’ la forza di pochi, che fanno la moda di tutti. Supercell conta circa 150 sviluppatori in totale, quindi il capitale totale ammonta circa a 36 milioni di dollari. E, ormai, il suo gioco principale, Clash of Clans, conta ben 200 milioni di download su App Store e Play Store, a testimoniare quanto una piccola casa indie finlandese possa dare filo da torcere a grandi nomi come EA, Gameloft, Ubisoft. Basta un’idea, semplice ma vincente, per dare il via a una nuova moda.

Non è raro trovare nella stessa chat globale un giocatore che gioca da molto poco che ha alzato a livelli spropositati alcune strutture: spesso deriso dalla totalità dei giocatori, che lo canzonano. “Sei un gemmone”, “Hai le difese basse rispetto al tuo Municipio” o “Ti distruggo con un drago, se volessi”: queste le frasi ricorrenti, talvolta da giocatori esperti rivolti agli shopponi.

Ma è giusto accusarli solo perché shoppano pacchetti di risorse? A dir la verità, no. Per una serie di ragioni. Innanzitutto, lo shoppone è solamente un giocatore che ha deciso, di sua spontanea volontà, di comprare risorse con soldi reali, per trarne un vantaggio sui giocatori che non comprano pacchetti o che comprano pacchetti meno spesso. Inoltre, non bisogna dimenticare che, grazie alle entrate derivanti da essi, oltre a fare pubblicità in TV, una parte rilevante dei soldi viene investito nella manutenzione dei server. Quindi, in sostanza, se il gioco continua a sfornare novità e continua soprattutto ad esistere, è, per la maggior parte, merito di chi compra i pacchetti.

Ciò non significa per forza che tutti devono comprare pacchetti. Significa solo che bisogna dare il giusto peso a qualunque giocatore. In fondo un giocatore bravo si distingue nel modo in cui gestisce le proprie risorse, sia in termini di soldi che di risorse in-game.

L’acquisto

Tornando ai fatti prettamente economici, la Softbank ha incrementato del 22% il suo peso all’interno della Supercell, passando dal 51%, che le assicurava la maggioranza azionaria, al 73%, per la cifra di 1,2 miliardi di dollari, spartiti tra varie società affiliate come Accel, Index e Atomico, tutte holding della compagnia giapponese. Le due società tacciono a riguardo, e a parlare è solo Kevin Commoli, partner di Accel, che dice: “Crediamo che investendo sulla Supercell agli stadi iniziali possa darle maggior potere nel decidere il proprio destino e a prendere dei rischi